- L'infezione da HIV nel Bambino
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- Nella grande maggioranza dei casi, l'infezione da HIV evolve
nel bambino allo stesso modo che nell'adulto. Tuttavia il 10% dei bambini
sono affetti da una forma particolarmente grave, nella quale compaiono
rapidamente un deficit immunitario e delle infezioni opportunistiche. Quest'articolo
affronta anche la questione della diagnosi nei neonati e quella delle vaccinazioni.
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- In Francia, si stima che circa 2000 bambini sono portatori dell'HIV.
Nel 90% dei casi, l'evoluzione dell'infezione é simile a quella
osservata nell'adulto. In assenza di un adeguato trattamento, un lungo
periodo senza sintomi precede l'indebolimento progressivo del sistema immunitario
e la comparsa di infezioni opportunistiche.
- A parte la malattia di Kaposi, eccezionale nel bambino, si tratta delle
stesse infezioni dell'adulto. Tuttavia sono stati segnalati alcuni aspetti
più specifici:
- * ripetute malattie batteriche (mal di gola, bronchite, infezioni polmonari),
indipendenti dal numero di linfociti T4. Un'assunzione quotidiana di Bactrim,
somministrato per prevenire la pneumocistosi, consente spesso di ridurre
nettamente la frequenza di queste infezioni batteriche;
- * "LIP" ("polmonite linfoide interstiziale"), malattia
polmonare che disturba la respirazione. Essa sarebbe dovuta ad un'infiammazione
legata ai linfociti T8. Colpisce circa il 30% dei bambini con più
di 3 anni; la sua evoluzione é variabile. Le forme gravi possono
essere trattate con i corticosteroidi;
- * ritardo della crescita, le cui cause possono essere multiple. Il
controllo medico regolare consente di individuarlo e trattarlo.
- La maggior parte dei bambini che presentano questa forma "classica"
dell'infezione sono ancora in vita all'età di dieci anni. Come per
gli adulti, la loro prognosi a lungo termine non é conosciuta.
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- La forma "rapida e severa"
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- Nel 10% dei casi circa, l'infezione del bambino da parte dell'HIV é
caratterizzata da una evoluzione particolarmente grave. Essa é legata
alla rapida insorgenza di un deficit immunitario profondo e di infezioni
opportunistiche. Si tratta essenzialmente di candidosi, pneumocistosi,
malattie batteriche e infezioni da CMV (citomegalovirus).
- Si osservano spesso dei problemi neurologici, dovuti ad un interessamento
cerebrale specifico di questa forma "severa". Esso é responsabile
di turbe dello sviluppo psicomotorio.
- E' importante che la malattia sia individuata, valutata e trattata
il più presto possibile. La terapia anti-HIV consente di migliorare
lo stato di questi bambini e di attenuare i sintomi da cui essi sono affetti.
- E' difficile spiegare perché certi bambini presentano questa
forma "severa". Essa é probabilmente legata ad un'infezione
precoce del feto, durante la gravidanza (e non al momento del parto, come
invece avviene nella maggior parte delle forme "classiche").
Inoltre, possono avere un ruolo il tipo di virus, la quantità di
virus trasmessa, come anche lo stato di salute della madre all'epoca della
trasmissione del virus.
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- Le vaccinazioni
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- Le questioni che pongono i vaccini sono le stesse che per l'adulto
sieropositivo (vedi Remaides n.23 p. 34-35). I vaccini detti "inattivati",
contenenti dei germi uccisi o degli estratti microbici, non pongono nessun
problema, nemmeno in caso di deficit immunitario. Si tratta dei vaccini
difterico, tetanico, morbilloso, polio iniettabile, pneumococcico, Hæmophilus
influenzae, influenzale, epatitico B. La sola questione concerne la loro
reale efficacia nel caso in cui il bambino soffre di disturbi immunitari
gravi.
- Al contrario, certi vaccini "viventi attenuati" (polio orale,
BCG, ROR), possono porre dei problemi. Essi contengono infatti dei germi
viventi. Questi ultimi sono stati modificati al fine di non provocare,
nelle persone che hanno un sistema immunitario efficiente, la malattia.
- Il vaccino orale contro la poliomielite é sconsigliato. Ad esso
sarà preferito la forma iniettabile "inattivata".
- Il vaccino contro la rosolia, la varicella e gli orecchioni (ROR),
benchè "vivente attenuato", non pone problemi perché
il virus vaccino non persiste nell'organismo. Sarà comunque sconsigliato
nei bambini gravemente immunodepressi.
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- Il BCG
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- Il germe utilizzato per fabbricare il BCG (vaccino contro la tubercolosi)
persiste nell'organismo per parecchi anni dopo il vaccino. Si teme che
esso possa causare la malattia qualora il sistema immunitario dell'organismo,
molti anni dopo la vaccinazione, si indebolisca. L'utilizzazione del BCG
é dunque ufficialmente sconsigliata in tutti i bambini nati da madre
sieropositiva.
- Per l'asilo o la scuola, si domanderà al proprio medico un certificato
di contro-indicazione temporanea al BCG, che attira meno l'attenzione di
una contro-indicazione definitiva. Per evitare le ricette con intestazione
dell'ospedale, ci si può rivolgere al proprio medico generalista.
Il personale dell'asilo o della scuola non ha alcun diritto di conoscere
la ragione medica di questo certificato.
- Il BCG potrà essere effettuato nei bambini che non sono portatori
di HIV, dopo che la diagnosi di non-infezione sarà stata verificata
(vedi di seguito). Tuttavia, malgrado le raccomandazioni ufficiali, certi
medici propongono di vaccinare comunque con il BCG i bambini portatori
del virus HIV, se le loro condizioni di vita rischiano di esporli alla
tubercolosi.
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Fabien SORDET
Si ringraziano
i Prof. Stéphane BLANCHE
e Christian COURPOTIN
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- Come sapere se il neonato é
portatore dell'HIV?
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- Gli anticorpi della madre passano spontaneamente nel bambino durante
la gravidanza: tutti i bambini nati da madri HIV-sieropositive sono sieropositivi
alla nascita. Ciò non significa necessariamente che essi siano contaminati
dal virus ma solo che essi hanno nel sangue gli anticorpi anti-HIV della
madre.
- Successivamente, verso un anno di età, i bambini perdono gli
anticorpi materni e fabbricano i propri. Così, al di là di
un anno di età, solo i bambini realmente contaminati dall'HIV avranno
ancora degli anticorpi anti-HIV. Bisogna dunque aspettare almeno dodici
mesi per avere nel bambino un test di sieropositività affidabile.
- Delle tecniche di diagnosi più precoci consistono nel ricercare
il virus nel sangue del bambino. In Francia, queste indagini sono effettuate
in modo sistematico. Nella maggior parte dei casi, questi esami consentono
di individuare una contaminazione tra uno e tre mesi dopo la nascita. Per
confermare la diagnosi di infezione sono necessari due tests positivi.
Se uno dei due tests é negativo, per potere arrivare ad una conclusione,
bisognerà rifarne uno, un mese più tardi.
- Al contrario, due tests negativi ottenuti su due prelievi differenti
effettuati dopo l'età di un mese sono praticamente sinonimo di non-infezione.
Comunque, per affermare con certezza la non-contaminazione, il test classico
di ricerca degli anticorpi dovrà essere effettuato verso un'età
compresa tra i quindici e i diciotto mesi.
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- Bambini:
- alcuni servizi ospedalieri specializzati
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- Paris
- Hôpital Necker-Enfants Malades
- 149-161, rue de Sèvres
- Tel.: 01 44 49 48 24
-
- Hôpital Armand-Trousseau
- 26, avenue du Dr-Arnold-Netter
- Tel.: 01 44 73 60 62
-
- Hôpital Robert-Debré
- 48, boulevard Sérurier
- Tel.: 01 40 03 33 81
-
- Nice
- Hôpital Lenval
- 57, avenue de Californie
- Tel.: 04 92 03 03 92
-
- Hôpital de l'Archet
- Route Saint-Antoine-Ginestière
- Tel.: 04 92 03 61 71
-
- Marseille
- Hôpital Timone-Enfants
- Boulevard Jean-Moulin
- Tel.: 04 91 38 50 26
-
- Tourcoing
- Hôpital G. Dron
- 135, rue du Président-Coty
- Tel.: 03 20 69 46 05
-
- Toulouse
- Hôpital La Grave
- Place de l'Ange
- Tel.: 05 61 77 78 33
-
- Besançon
- Hôpital de Besançon
- 2, place Saint-Jacques
- Tel.: 03 81 21 85 33
-
- Rennes
- Hôpital Sud
- 16, boulevard de Bulgarie
- Tel.: 02 99 26 71 62
-
- Nantes
- CHU de Nantes
- Hôtel-Dieu
- Place A.-Ricordeau
- Tel.: 02 40 08 33 33
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- Assumere le terapie non é un
gioco da bambini
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- L'assunzione corretta delle terapie da parte del bambino sieropositivo
risulta più spesso un percorso di guerra che una corsa a ostacoli.
Soprattutto quando non esiste una formulazione pediatrica del farmaco.
La situazione necessita, da parte degli adulti che circondano il bambino,
molta attenzione, pazienza e immaginazione. Ecco alcuni esempi.
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- Il primo ostacolo all'assunzione dei farmaci da parte del bambino é
la taglia delle capsule e delle compresse: quando si insiste, il bambino
cerca di ingoiarle. Ma finisce spesso con lo sputare il tutto. Decisamente,
non sarà oggi che riuscirà a fare scivolare nella sua piccola
gola queste enormi capsule. E in più - secondo ostacolo - esse hanno
spesso un gusto detestabile!
- In generale, sono gli inibitori della proteasi che - come nell'adulto
- pongono la maggior parte dei problemi e incitano improvvisamente a "trovare
dei trucchi".
- La maggior parte dei farmaci possono essere mischiati a degli alimenti
o a dei liquidi (con delle restrizioni per quelli che devono essere inghiottiti
a digiuno, vedi sotto). I farmaci che possono essere presi con il cibo
saranno, per esempio, diluiti in un poco di latte per i bébés,
in un cucchiaio di miele, di cioccolato o altro per i bambini più
grandi. Invece, é meglio evitare di mischiare i farmaci al pasto
stesso. Infatti, se il bambino non mangia tutto, non assorbirà che
una parte del farmaco.
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- Crixivan
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- Il contenuto delle capsule può essere mischiato ad un alimento
zuccheratissimo (poichè esso é molto, molto amaro), a patto
che il bambino lo inghiotta nel minuto che segue. La confettura o il miele
sono probabilmente le "esche" più appropriate perché
il Crixivan deve essere assunto a digiuno o, tutt'al più, accompagnato
da uno spuntino senza grassi.
- Segnaliamo che certi medici cominciano a prescrivere il Crixivan in
due somministrazioni al giorno invece che tre (vedi p. 6-7).
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- Norvir
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- Se la sospensione di Norvir é più facile da inghiottire
che le sue capsule, il suo gusto é particolarmente disgustoso. Inoltre,
essa é fortemente alcoolica. Quando ci si ricorda della veemenza
con la quale gli adulti ai quali essa era destinata la rigettavano (situazione
che ha spinto allo sviluppo delle capsule che essi ormai assumono), si
capisce facilmente come la sola vista del flacone possa causare in certi
bambini la voglia di vomitare.
- Bisogna per questo, sin da questi primi malesseri, abbandonare un prodotto
la cui attività anti-HIV é potente? Norvir ha comunque un
vantaggio; esso deve essere assunto solamente due volte al giorno, durante
i pasti in cui i grassi sono i benvenuti. Per mascherarne il gusto, si
può mischiarlo a un cucchiaio di latte saturato di cacao, di panna
latte, di crema o di yogurt.
- Quanto alla nausea, si può controllarla meglio dando il Norvir
durante o alla fine del pasto, il che riduce anche i rischi di perdita
di appetito (questo é valido per tutti i farmaci che non esigono
di essere assunti a digiuno).
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- Invirase
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- Si può procedere come per il Crixivan. L'Invirase si assume
tre volte al giorno e, di preferenza, durante i pasti principali.
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- Il Retrovir e i suoi fratelli
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- Sul versante degli altri farmaci anti-HIV, gli inibitori della transcriptasi
inversa, le cose sono più semplici. Il bambino anche molto piccolo,
non ha molta difficoltà ad inghiottire il Retrovir, l'Épivir
o anche l'Abacavir, ultimo nato di questa famiglia (vedi pagina 17). Questi
tre farmaci esistono in sospensioni aromatizzate.
- Lo Zerit é una polvere da diluire in un po' d'acqua. Se le compresse
di Hivid sono difficili da inghiottire possono essere triturate e mischiate
a un cucchiaio di yogurt. Inoltre, nessuno di questi farmaci esige di essere
inghiottito a digiuno (la scheda informativa dello Zerit dice il contrario,
ma a seguito di recenti studi, essa dovrebbe essere prossimamente modificata).
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- Videx
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- E' sempre imperativo che il Videx sia preso a stomaco perfettamente
vuoto, una mezz'ora prima dei pasti o due ore dopo, altrimenti risulta
meno efficace.
- Infatti, per potere penetrare nell'organismo, il Videx deve prima neutralizzare
gli acidi dello stomaco, a condizione che essi non siano in quantità
troppo grande. Ora, al momento della digestione, (compresa la digestione
"a digiuno" scatenata dai chewing-gum), questi acidi aumentano
considerevolmente.
- Il bambino deve dunque rassegnarsi al gusto cossidetto arancio-mandarino
del medicinale e alla sua consistenza pastosa. Il Videx può essere
diluito solo nell'acqua o nel succo di mela. Esso può essere anche
masticato. Certi bambini adorano questa specie di dentifricio che s'incolla
ai denti!
- Sempre più spesso i medici prescrivono il Videx in una sola
somministrazione quotidiana invece che due (vedi p. 6-7), il che consente
di ridurre à metà - il che non é poco - le smorfie.
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- Perché prendo i medicinali
?
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- Il gusto degli anti-retrovirali non é il solo e l'unico responsabile
delle smorfie. Il bambino sieropositivo fa fronte a ben altri problemi
che, riguardando l'assunzione delle sue terapie, non devono sfuggire a
chi lo circonda. Anche piccolissimo, é il momento in cui riceve
i suoi medicinali che gli fa prendere coscienza di una differenza rispetto
agli altri bambini, senza che egli possa veramente definirla.
- Più tardi, comprenderà (per esempio, guardando le pubblicità
televisive) che si prende lo sciroppo per curare una malattia. Può
allora domandarsi perché lui, che non si sente malato, deve seguire
una terapia che, in più, produce degli effetti sgradevoli (nausea,
ecc.). E si vorrebbe, in queste condizioni, che prenda "il suo sciroppo"
del tutto docilmente?
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- Evidentemente, la risposta a queste domande é semplice: "No,
tu non sei malato, é per evitare che ti ammali che devi prendere
le medicine", facile a dirsi, non é vero? A condizione che
gli sia stato detto che egli é affetto dall'HIV e spiegato cosa
questo significa. E questo, é molto meno facile.
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- Di fronte a questo dilemma, i genitori possono fare appello ai pediatri
(in materia spesso eccellenti pedagoghi), agli psicologi e alle stesse
persone che li circondano. Ma una tal decisione non si prende alla leggera
e, in attesa, il bambino deve continuare ad assumere regolarmente i suoi
medicinali. Ecco dunque i genitori di nuovo alla ricerca di "trucchi".
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- Giocare? Responsabilizzare?
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- Certi genitori sono arrivati a trasformare l'assunzione degli anti-retrovirali
in una sorta di gioco, grazie alle pipette distribuite con il Rétrovir,
l'Epivir e il Bactrim. Hopp-là! Il bambino apprende presto a spruzzarsi
lui stesso lo sciroppo in bocca (vedi la sospensione del Videx).
- Succede anche che la responsabilizzazione del bambino dia dei risultati
sorprendenti. Una mamma ha finito col domandare alla sua bambina di aiutarla,
quando le dava le sue medicine. La bambina apriva la bocca, e in più
senza il minimo sospiro. Un'altra ha ottenuto che suo figlio gli ricordasse
quando prendere i suoi medicinali e, allo stesso tempo, quando dargli i
propri.
- Se il bambino continua a non voler sentir nulla, l'intervento di una
terza persona può mostrarsi benefico. Una madre, che il senso di
colpa rodeva al momento delle somministrazioni, ha fatto appello a suo
marito, e la situazione é migliorata. Può trattarsi anche
di un'altra persona vicina, anche di un(a) infermiere(a) privato(a). Quest'ultima
esperienza si é mostrata conclusiva l'anno scorso, a Sol En Si Marseille.
Quando una madre si é meravigliata che con l'infermiere la cosa
era andata meglio che con lei, suo figlio ha ribattuto: "E' un uomo
e ha più autorità di te."
- Questi propositi, molto poco "politicamente corretti", impegnano
solo il bambino che li ha avuti!
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Alain VOLNY-ANNE
Sol-En-Si
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- Più tardi, farò il calciatore.
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- Ramazan - lo pseudonimo che egli si é scelto - ha tredici anni.
E' sieropositivo. Nato in Africa, vive attualmente in Francia. L'ho incontrato
in presenza di sua madre e del volontario di Sol-En-Si che sostiene tutta
la famiglia.
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- Thierry (per Remaides) : Che classe fai?
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- Ramazan: La quinta. Per ora va bene. Ho qualche voto mediocre, ma il
resto va bene. Mi piace molto andare a giocare a calcio dopo la scuola.
Sono attaccante destro. Faccio anche del ping-pong e del rugby.
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- Thierry: Vuoi diventare calciatore più tardi?
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- Ramazan: Prima volevo fare l'ingegnere e dopo il calciatore.
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- Thierry: Prendi delle medicine? Da molto tempo?
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- Ramazan: Si da molto tempo.
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- M. (la sua mamma): Siamo arrivati in Francia nel 1987. Aveva tre anni.
Da allora, fa una terapia.
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- Thierry: Quando prendi le tue medicine?
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- Ramazan: al mattino e alla sera. Infatti, dalle vacanze estive prendo
una triterapia con Norvir, Videx et Zerit. E' più difficile di prima.
Qualche volta, sono stufo. Ma ci ho fatto l'abitudine e soprattutto non
vorrei ammalarmi.
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- Thierry: Il medico che vedi, é simpatico?
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- Ramazan: (pausa) Sì, é simpatico. In effetti ho due professori.
Uno con delle grandi sopracciglia e l'altro che va in moto. Non parlano
allo stesso modo. Il giovane é più simpatico e mi lascia
fare dello sport.
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- Eudes (volontario à Sol-En-Si): Racconta di quando andavi al
day-hospital e di come va adesso.
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- Ramazan: Sì, prima andavo al day-hospital. Arrivavo verso le
9 del mattino, mi mettevano in una camera e io dovevo aspettare un prelievo
di sangue. Ogni volta mi facevano una flebo e io dicevo sempre all'infermiera
di farla scendere più presto. Dopo, bisognava aspettare il medico
che mi visitava e mi faceva delle domande. Dopo, bisognava aspettare ancora
perché facesse la ricetta.
- Poi ho cominciato a prendere meglio le medicine. Non mi ricordo più
il nome, cos'é che diminuisce quando prendo bene le mie medicine?
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- Eudes: La carica virale.
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- Ramazan: Sì, la carica virale. Ho chiesto se potevo andare all'ospedale
una volta ogni due mesi (à Eudes) come te. Mi hanno detto: se prendo
bene le mie medicine, lo posso fare.
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- Eudes: Sapresti spiegare com'é andata la visita all'inizio dell'estate,
quando hanno deciso di cambiare la terapia?
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- Ramazan: Prima, la carica virale era già medio-alta. Tu mi avevi
detto che se saliva ancora, bisognava cambiare la terapia. E la carica
virale, era salita ancora. Il professore ha detto che non era molto grave
e tu hai detto che sì, 50000 era molto, che ne avevamo parlato insieme
e che io ero pronto a cambiare. E a quel punto, il professore non sapeva
bene cosa scegliere. Tu hai detto le medicine che io prendo adesso, con
il Norvir che potevo prendere in sciroppo.
- Il professore, sembrava sorpreso, e ha detto subito: sì, si
potrebbe fare così.
- Per cominciare la nuova terapia, sono entrato negli "Studi",
per vedere gli effetti dello sciroppo Norvir. Abbiamo cominciato con delle
piccole dosi, fino alla dose normale. All'inizio, mi faceva venire la nausea,
ho anche vomitato. Dopo cinque giorni, non c'erano più effetti,
solo il gusto. Infatti molto presto ho provato le capsule al posto dello
sciroppo e le ho continuate.
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- M.: E la colonia ?
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- Ramazan: dovevo andare in colonia per le vacanze. L'appuntamento, era
in una scuola. Il signore, in effetti era il direttore della colonia, ha
domandato: "Perché prende tutte queste medicine?" Eudes
gli ha spiegato tutto. Il signore ha domandato: "Che malattia ha?",
Eudes ha detto: "Io non posso dirvelo, ma forse, lui, se vuole, può
dirlo." Io gli ho detto che avevo l'HIV. Il signore ha risposto: "Questo
io non lo prendo, bisognava avvertire prima."
- Eudes ha detto che lui aveva telefonato a una signora per avvertire
che ci sarebbero stati dei disturbi; lei aveva detto OK, che io potevo
venire senza problema. La signora aveva detto che lei avrebbe avvertito
il direttore. Lei ha avvertito. Ma é lui che ha fatto finta che
non ne sapeva niente. Eppure al collegio, durante l'anno, va tutto bene.
- Poi sono partito, ma grazie a "Sol-En-Si" e non grazie al
comune. Ho fatto uno stage VTT e alla fine tutti hanno avuto una medaglia.
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- Eudes fa una domanda a Ramazan su cosa lui spera per l'avvenire.
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- Ramazan: spero tanto che trovino un rimedio! O che trovino un mezzo
per dare una medicina che dura un mese e nella quale potrebbero mettere
tutto dentro. Infatti le medicine sono migliorate, ma sembra che per guadagnare
più denaro, ci mettono del tempo a farle uscire.
- Qualche volta, spesso, quando parto per l'ospedale, mi dico che forse
se la mia carica virale é troppo alta, potrei avere l'Aids, qualche
volta anche quando ne parlo con Eudes, ma per ora non ce l'ho, perciò
non ci penso troppo. Anche se le medicine non sono troppo buone e vanno
giù con difficoltà, io le prendo lo stesso e questo prova
che se tu non hai veramente voglia di avere la malattia, bisogna pensare
a prenderle.
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- Thierry: Hai dei fratelli, delle sorelle?
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- Ramazan descrive la sua famiglia.
- M.: Non parli dell'altro tuo fratellino ?
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- Ramazan (si strofina gli occhi e comincia a piangere): avevo un altro
fratellino. Quando é morto, aveva diciotto mesi ed era malato.
- E' andato all'ospedale. Io chiedevo alla mamma quando saremmo andati
a vederlo. Dopo siamo partiti per le vacanze e ci hanno telefonato per
dirci che era morto. A volte penso a lui, ma, dopo, piango.
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- (silenzio)
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- Thierry: Sei tornato in Africa dopo il tuo arrivo in Francia?
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- Ramazan: Avremmo voluto, ma non avevamo il passaporto. Con il rugby,
forse andremo in Inghilterra. Sarebbe bello andarci a Natale, se avremo
i documenti.
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- L'alimentazione del bambino
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- L'alimentazione dei bambini affetti da HIV é spesso motivo di
inquietudine per i genitori. Tuttavia, alcuni semplici consigli bastano
in genere ad assicurare un'alimentazione di buona qualità. Se il
bambino non ha problemi particolari, essa é identica a quella degli
altri bambini (ad eccezione dell'allattamento al seno, assolutamente sconsigliato).
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- Il latte
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- L'allattamento al seno può essere un modalità di contaminazione
del bambino (o di sovracontaminazione, se il bambino é già
affetto dall'HIV). Le donne sieropositive nutrono il loro bébé
con il biberon (come circa la metà delle donne sieronegative).
- I latti per biberon sono di qualità molto soddisfacente. Essi
sono in vendita nei grandi supermercati. La loro qualità e la loro
composizione variano molto poco da una marca all'altra: non serve prendere
il latte più caro!
- Solo i latti speciali sono venduti unicamente in farmacia, su ricetta.
Essi sono destinati ai bambini che soffrono di particolari problemi digestivi.
- Nel preparare i biberons, le dosi indicate sulla scatola del latte
devono essere rispettate per non causare dei disturbi digestivi. E' consigliato
utilizzare dell'acqua minerale imbottigliata, che porti come menzione "adatta
alla preparazione dei biberons" o "adatta all'alimentazione dei
lattanti".
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- Farsi consigliare
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- E' importante affrontare la questione dell'alimentazione con il medico
specialista che segue il bambino. Si può anche chiedergli un appuntamento
con un(a) dietologo(a) le cui consultazioni in ambiente ospedaliero sono
gratuite.
- Se non ci sono problemi digestivi, l'alimentazione del bambino affetto
da HIV é la stessa di quella degli altri bambini. Non é necessaria
nessuna dieta particolare. I centri PMI ("Protection Maternelle et
infantile": Protezione Materno-Infantile), il cui accesso é
gratuito, possono dare degli utili consigli. Le associazioni di lotta contro
l'Aids (vedi p. 28) possono fornire un aiuto finanziario che consente di
nutrire bene il bambino.
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- Seguire la crescita del bambino
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- Nell'adulto, il virus HIV può causare una perdita di peso. Essa
avviene soprattutto a spese dei muscoli (o massa magra) e rende più
vulnerabili alle malattie opportunistiche.
- Nel bambino, succede complessivamente la stessa cosa. Ma, siccome egli
é in piena crescita, non avrà generalmente una perdita di
peso. Invece, la sua crescita rallenta. E' importante individuare ciò
molto rapidamente, senza aspettare molti mesi. Per questo, si stabiliscono
delle curve di crescita che seguono l'evoluzione dell'altezza e del peso.
Queste curve figurano sul "carnet de santé" (libretto
sanitario). Esse hanno normalmente una progressione regolare.
- In pratica, durante i primi mesi, é sufficiente una pesata per
settimana: delle pesate troppo ravvicinate non aggiungono nulla e sono
sorgente di inutili inquietudini. Quando il bambino é più
grande, basta una pesata al mese.
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- Se é necessario mangiare di
più.
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- Se il bambino ha una crescita normale (vedi sopra), é inutile
incitarlo a mangiare di più. Al contrario, ciò può
essere necessario se la crescita rallenta.
- Il metodo più semplice consiste nel privilegiare i gusti del
bambino, dargli di più di ciò che gli piace. Tuttavia, per
evitare un troppo grande squilibrio alimentare, lo si nutrirà anche
con degli alimenti variati. Si proporranno dei piccoli pasti intermedi
(merende, spuntini). Si favoriranno i prodotti lattieri (yogurt, panna
latte, creme, ecc.), spesso apprezzati dai bambini. Invece, é preferibile
ridurre i dolciumi (bonbons, etc.) che tolgono l'appetito. Inoltre, conviene
non forzare troppo il bambino, perché il mangiare resti un piacere.
Un appuntamento con un(a) dietologo(a) é molto utile. Un'indagine
alimentare aiuterà a valutare i bisogni del bambino. La visita dietologica
consentirà anche di sensibilizzare il bambino all'interesse di mangiar
bene.
- Queste misure possono essere accompagnate dalla prescrizione di integratori
alimentari. Essi permettono di migliorare l'apporto di calorie e di proteine,
ma devono essere utilizzati solo a supplemento dell'alimentazione abituale
(vedere riquadro). Esistono numerosi gusti, salati o zuccherati, di vario
tipo (bibite, creme, ecc.) e di prodotti specificamente destinati ai bambini
(Nutrini, de Nutricia). Queste poche "cose" bastano spesso a
consentire la ripresa della crescita.
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- L'alimentazione artificiale
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- Se le misure citate precedentemente si rivelano insufficienti, il medico
può proporre un'alimentazione artificiale, per mezzo di una sonda
che arriva nello stomaco o, talvolta, per via endovenosa.
- L'alimentazione artificiale consente di sormontare dei difficili scogli.
Essa può essere molto efficace, soprattutto se inizia molto presto.
Necessita di una buona cooperazione tra il bambino, l'équipe medica
e i genitori. Viene interrotta non appena possibile per ritornare ad una
alimentazione classica.
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- Prevenire la toxoplasmosi
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- Per evitare che il bambino (come l'adulto) venga contaminato dal toxoplasma,
é importante che egli mangi solo carni ben cotte. Bisogna inoltre
lavare gli alimenti (frutta, legumi) che egli consuma crudi (vedi Remaides
n.20, p. 34-35).
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- In caso di diarrea
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- La diarrea é frequente nel bambino piccolo. Più ancora
che nell'adulto, la disidratazione (perdita di acqua e di sali minerali)
rappresenta un rischio importante. Questo rischio é più elevato
se il bambino é molto piccolo, e se in più ha anche la febbre
o se vomita.
- E' inoltre indispensabile che il bambino continui a bere. Bisogna anche
avvertire rapidamente il medico e vederlo preferibilmente entro 24 ore
(o ancora più presto se la diarrea é molto forte: in questo
caso, ci si può rivolgere al servizio di urgenza pediatrica dell'ospedale
più vicino o chiamare il 15, per essere indirizzati).
- Anche prima di avere visto il medico, si sospenderà il latte
(che può aumentare la diarrea). Se il bambino ha meno di un anno
e la diarrea é importante, si sospenderanno anche gli altri alimenti.
- Gli si farà bere un soluto di reidratazione. Si tratta di una
polvere contenente dello zucchero e dei sali minerali, da diluire in acqua.
La si darà al bambino in piccole quantità, ogni quindici-trenta
minuti (senza forzarlo però). Questi soluti sono disponibili in
farmacia. E' utile averne uno in più a casa. Se non lo si ha, gli
si può dare dell'acqua leggermente zuccherata.
- Allorché si sarà visto il medico, questi potrà,
se necessario, prescrivere un latte senza lattosio (un composto del latte
che può talora aumentare la diarrea).
- Se il bambino affetto da diarrea ha più di un anno, egli può
proseguire la sua alimentazione abituale (senza latte comunque, ed evitando
la frutta e i legumi crudi). Gli si può dare del passato di legumi,
del riso, della pasta, della carne, del pesce, dei latticini (formaggio,
yogurt, formaggini, che non presentano gli stessi inconvenienti del latte),
della composta di frutta. Tra gli alimenti che possono ridurre la diarrea,
citiamo il riso, ovviamente, l'acqua di riso, ma anche le carote cotte,
la cotogna, la banana, ecc.
- Ai bambini con più di un anno, si può dare della Coca-Cola
(che contiene molto zucchero e sali minerali). In ogni caso, si consulterà
il medico e gli si chiederà consiglio per la ripresa progressiva
dell'alimentazione abituale.
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- In caso di vomito
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- Anche qui c'é un rischio di disidratazione, ma talvolta il bambino
ha difficoltà a bere. Bisogna chiedere rapidamente consiglio al
medico, soprattutto quando il bambino é molto piccolo. In un bambino
con più di un anno di età, la Coca-Cola può essere
utile per ridurre la nausea.
- Infine, a proposito dei pasti e dell'assunzione delle medicine, ci
si rifarà alle p. 18-19.
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Vincent JARDON
Con Maryse KARRER
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- Gli integratori alimentari
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- Quando sono prescritti da un medico, gli integratori alimentari vengono
rimborsati dalla "Sécurité Sociale" (Assistenza
Socio-Sanitaria), su base forfettaria. Ma il loro prezzo di vendita varia.
Si può comprarli in farmacia o presso le seguenti società
che li distribuiscono a domicilio, ad un prezzo corrispondente a quello
rimborsato:
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- * Caremark : Tel.: 01 69 29 12 12 (24 h/24). 3 EFM : Tel.: 01 44 74
91 90.
- * Orkyn: Tel.: 01 48 10 64 70 (24 h/24). 3 Vitalaire : Tel.: 01 41
80 19 10 (24h/24).
- * West Home Care Medical : Tel.: 01 46 04 04 13
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- Scuola materna: si é dovuto
negoziare
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- Per due anni e mezzo, Éric é andato all'asilo municipale.
A dispetto del fatto che era spesso malato e del suo handicap motorio dovuto
al citomegalovirus, é andato tutto benissimo. Dopo ogni ricovero
risistemavamo gli orari affinché il tempo dell'asilo fosse meno
stancante. Il personale, al quale con franchezza avevo rivelato il nostro
stato sierologico, era benevolo ai nostri riguardi, discreto ma attento.
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- In strada per la scuola
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- Nel settembre 1996, Éric é entrato alla scuola materna.
Poiché mi trovavo disoccupata e dunque più disponibile, andava
a scuola solo al mattino. Il pomeriggio era dedicato alla rieducazione
motoria e al riposo.
- Ho sempre considerato utile segnalare lo stato sierologico di Éric
al personale che si occupava di lui. Prima di tutto, per evitare i non-detto
relativi al suo handicap e alla sua debolezza, talvolta così evidente,
pensando di far comprendere che talora sarebbe stato necessario provvedervi.
E poi, affinché in caso di necessità il personale potesse
intervenire senza correre rischi per lui e per gli altri bambini.
- All'annuncio della sieropositività di Éric e alla vista
del suo handicap, la direttrice della scuola ha preferito tenerlo nella
sua classe per evitargli di salire le scale. Ha affermato che il suo caso
non poneva alcun problema per la sua integrazione nella scuola. E così
fu fino alla festa di Tutti i Santi.
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- Il tempo dei problemi
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- Alla vigilia delle vacanze, la direttrice ha voluto incontrarmi. Mi
sembrava angosciata. Riteneva che il problema motorio di Éric fosse
incompatibile con il buon svolgimento delle attività realizzate
in classe. Inoltre, nel cortile dove Éric temeva di essere spinto
dai grandi, non si poteva assegnare una persona per aiutarlo e proteggerlo.
Infine, nel caso in cui bisognava portarlo in braccio perché lui
non andava abbastanza veloce, lei non poteva farlo perché soffriva
di mal di schiena.
- Ho avuto paura di un rifiuto che avevo avuto la fortuna di non aver
mai vissuto. La direttrice mi disse che si sarebbe rimessa all' "Éducation
nationale" per sapere come procedere.
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- In cerca di informazioni
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- Sin dal primo giorno delle vacanze scolastiche, mi sono messa in cerca
di informazioni per sapere se si poteva escludere, a causa di un handicap
fisico, un bambino ammesso a scuola. Non ho potuto ottenere una risposta
precisa a questa domanda, poiché la legge non impone la scolarizzazione
che a partire dalla prima.
- Ho anche avvertito le associazioni. Il polo AIDES del mio dipartimento,
il 92, si é indignato e mi ha assicurato il suo sostegno. Ho anche
fatto appello a due associazioni di lotta contro l'HIV per il bambino e
la sua famiglia. Mi é stato consigliato di rivolgermi a delle istituzioni
per bambini affetti da HIV o da handicap motorio. Ero delusa. Ho risposto
che il modo migliore di diventare autonomi, che é per me uno degli
scopi dell'educazione, non passa sempre attraverso il sistema, salvo che
per una sfera protetta di persone.
- Ho contattato delle associazioni che si occupano di handicap motorio,
ma l'handicap di Éric non era sufficientemente importante perché
esse potessero considerare il suo caso. Dove collocarsi quando si é
troppo o troppo poco?
- Infine sono stata indirizzata verso l'associazione "Handicap Petite
Enfance". Questa mi ha proposto di sottoscrivere con altri un contratto
che avrebbe potuto stipularsi con la scuola per proteggere Éric
e soddisfare il bisogno di aiuto della direttrice. Ho esposto il problema
al suo medico ospedaliero e all'assistente sociale. Essi hanno inviato
una lettera al medico scolastico per stabilire un ponte tra la scuola e
l'ospedale, due istituzioni che non sempre vedono le cose nello stesso
modo.
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- Il medico mediatore
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- Al ritorno dalle vacanze, Éric ha avuto la sua prima visita
medica scolastica. La dottoressa era al corrente del problema. Essa mi
ha spiegato che, per la segnalazione dello stato sierologico di Éric,
avrei fatto meglio a rivolgermi a lei perché lei fa da mediatore.
Secondo lei, l'attitudine della direttrice non era legata allla cattiva
volontà, ma ad una mancanza di preparazione professionale e personale
alla situazione. Ne ero intimamente persuasa.
- Nel mese di aprile, eravamo in nove a sottoscrivere la convenzione
con l'"Education nationale". Con essa si stabiliva che una persona
sarebbe stata assunta dal Consiglio Generale e distaccata presso la scuola.
Questa persona si sarebbe occupata più particolarmente di Éric.
- Le tensioni si sono attenuate. Éric ha terminato il suo primo
anno scolastico ed é stata di nuovo una battaglia perché,
con i suoi quattro anni e mezzo, potesse integrarsi in una classe con dei
bambini della sua età. A forza di ostinazione, quest'anno Éric
é dove deve essere, in forma e contento di ritrovare i suoi amici.
-
Laurence
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- Famiglie colpite dall'HIV: conosciate
i vostri diritti
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- Le famiglie colpite dall'HIV incontrano talvolta delle difficoltà
in materia di accesso alle cure, di risorse, di vigilanza del bambino,
di scolarità. Di fronte a queste situazioni, é utile conoscere
i propri diritti e negoziare con il servizio sociale, l'asilo, la scuola.
Le associazioni di lotta contro l'Aids possono apportare un sostegno prezioso
(vedi p.28). Esse costituiscono anche dei luoghi dove si può parlare
di ciò che si vive.
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- Curarsi
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- Ogni persona che vive in Francia ha diritto ad essere curata. L' "Aide
Médicale" (Assistenza Medica) può prendere a carico
le spese di cura delle persone che non hanno diritto alla "Sécurité
Sociale" (Assistenza Socio-sanitaria), che siano o meno in situazione
regolare. Bisogna farne domanda presso un(a) assistente sociale. Per questo,
ci si può indirizzare al servizio ospedaliero che segue la madre
o il bambino. Anche se queste pratiche non vengono effettuate, in caso
d'urgenza si può essere curati in ospedale.
- Se ha diritto alla "Sécurité Sociale", il bambino
nato da madre sieropositiva beneficia del 100% fino a diciotto mesi di
età (e senza limite di età se egli stesso é affetto
dall'HIV). L'"Aide Médicale" può intervenire a
complemento della "Sécurité Sociale" per le persone
che hanno scarse risorse.
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- Avere le risorse necessarie
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- In funzione della loro situazione, i genitori possono avere diritto
a diversi sussidi: "RMI" ("revenu minimum d'insertion":
assegno minimo d'inserimento), "AAH" ("allocation adulte
handicapé": sussidio per adulto handicappato), "allocations
familiales" (sussidi familiari), "allocations logement"
(sussidi per alloggio).
- L' "allocation d'éducation spéciale" ("AES")
(sussidio di educazione speciale) é destinata al genitore che resta
a domicilio per occuparsi del bambino, a causa della malattia di questo
stesso. Questo sussidio può anche essere concesso alle persone in
situazione irregolare. Per queste prestazioni, ci si informerà presso
un(a) assistente sociale.
- Le associazioni come "Sol-En-Si", "Dessine-moi un mouton"
ou "AIDES Toulouse" forniscono un sostegno finanziario ai genitori
le cui risorse sono insufficienti per sostenere la loro famiglia: presa
in carico dell'affitto, prestito di un appartamento ("Sol-En-Si"),
aiuto finanziario per il cibo o altro, ecc.
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- Bisogna segnalare la sieropositività
del bambino?
-
- L'infezione da HIV non si trasmette in condizioni abituali di vita
del bambino. I genitori non hanno dunque alcun obbligo di segnalare la
sieropositività a nessuno.
- Tuttavia, nell'interesse del bambino, può essere utile avviare
un dialogo approfondito con certe persone che se ne occupano. E' necessario
quando il suo stato di salute richiede un'attenzione particolare: fatica,
assenze ripetute, cure durante la giornata, ecc.
- E' consigliato rivolgersi prima al medico (di "PMI": Protection
Maternelle et Infantile: Protezione Materno-Infantile, dell'asilo). Il
medico é tenuto al segreto professionale. Potrà consigliare
i genitori e studiare con loro i provvedimenti necessari. Egli ne informerà
il personale didattico, senza comunicargli la diagnosi.
- Prima, verrà preparato questo colloquio con il medico curante
del bambino. Si potrà, per esempio, redigere una lettera o chiamare
il suo collega.
- Infine, i genitori temono talvolta di rivelare la sua sieropositività
al bambino stesso. Parlarne con il medico e con le associazioni può
aiutare a sapere quale decisione prendere.
-
- "Carnet de santé"
(Libretto sanitario): vaccinazioni
-
- Il "Carnet de santé" (libretto sanitario) deve essere
trasmesso solamente ai medici che si occupano del bambino. Ma é
talvolta richiesto da altre persone (direttrice dell'asilo, ecc.). Si ha
il diritto di rifiutarlo. E' tuttavia più semplice che la sieropositività
del bambino non figuri su questo documento.
- Per i vaccini - in particolare per il BCG - vedi p. 12-13.
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- Asilo, assistenza materna
-
- Nella maggior parte dei casi, il bambino può essere accolto
nelle stesse condizioni dei bambini della sua età. Come indicato
sopra, é consigliato incontrare il medico dell'asilo o del PMI per
fare il punto con lui sul modo di vigilanza più adatto alla situazione.
Durante la giornata é possibile l'intervento del personale sanitario
(infermiere, kinesiterapista) nelle differenti strutture di custodia.
- L'asilo "classico" offre abitualmente una buona sistemazione.
Ma il bambino, vivendo in collettività, é esposto alle infezioni
banali (rinofaringiti, ecc.). Si ricorrerà allora ad un'assistenza
materna, indipendente o appartenente ad un asilo familiare.
- Peraltro, se il bambino é custodito da un'assistente materna,
questa subisce una perdita di guadagno quando lui si assenta. Se ciò
rischia di verificarsi frequentemente (cure, ecc.), é necessario
affrontare questa questione con lei, per smorzare eventuali conflitti.
- Infine, "Sol-En-Si" ha aperto degli asili infantili ad ore
in parecchie città. Essi prendono a carico i bambini che non vengono
custoditi nelle strutture classiche.
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